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Sant’Agata

Chi era?

Sant’Agata è una delle sante martiri più importanti, citata anche nella liturgia romana e raffigurata a fianco delle altri vergini nei famosissimi mosaici a Ravenna.

Ha vissuto a Catania sotto l’imperatore Decio al tramonto dell’impero Romano e sebbene non conosciamo la sua data di nascita, possiamo azzardare un’ipotesi, che avesse fra 15 e 20 anni quando fu martirizzata nel 251 d.c. Pare che provenisse da una famiglia importante, forse nobile.

“La persecuzione” dei cristiani

Decio era l’imperatore dell’Impero Romano, eletto nel 250 DC. A quei tempi, l’impero stava lottando con una crisi che coinvolgeva svariati aspetti della vita pubblica e politica, della situazione economica e religiosa, ed era alle prese con gli attacchi delle popolazioni barbare ai confini.

Per migliorare e stabilizzare la situazione e tenere unito il regno, Decio emise un editto che obbligava ogni cittadino dell’Impero a sacrificare agli dei romani per cui tutti i cittadini dovevano ottenere un certificato che attestasse il sacrificio fatto a conferma della loro fedelta’.

Decio è spesso descritto come il persecutore dei cristiani sebbene uno studio più approfondito ci mostri che le persecuzioni siano una conseguenza del suddetto editto piuttosto che la sua motivazione. L’impero fu piuttosto tollerante nei confronti delle religioni purche’ esse non influissero negativamente nei suoi affari politici o economici.

Sappiamo con certezza, che in Sicilia ai tempi di Decio c’erano tanti cristiani ma ci sono solo pochissimi martiri: come è possibile? Una delle possibili risposte starebbe nel fatto che anche a quei tempi, come oggi, esistesse la corruzione, ovvero che una gran parte dei cristiani semplicemente comprasse i certificati dell’avvenuto sacrificio.

Le circostanze del martirio

Agata si rifiutava di abiurare la sua fede cristiana e sacrificare agli dei di Roma. Siccome era una donna giovane e bella, di famiglia facoltosa, il suo rifiuto dava “troppo nell’occhio”: il governatore locale Quinziano non poteva permettere una tale aperta ribellione, cattivi esempi attraggono troppo. Ma lei rifiutava qualsiasi tipo di compromesso propostole.

Possiamo immaginare che, a causa della sua fede religiosa, fu la sua diretta e aperta opposizione contro il governatore la ragione principale per la punizione. Quinziano la chiuse in prigione sperando che questa spaventosa esperienza avrebbe avuto un forte impatto su una giovane di famiglia perbene. Ma la sua speranza si mostrò vana.

Siccome la prigione non riuscì a convincere Agata ad abiurare la sua fede in Cristo, Quinziano ordino’ di torturarla. Le furono recisi i seni e fu torturata anche col fuoco. Mentre la stavano martirizzando, un forte terremoto colpì Catania, un evento che molti interpretarono come ira divina per come Agata veniva trattata: l’opinione pubblica iniziava a sollevarsi contro la tortura di Agata ma Quinziano era troppo orgoglioso per ordinarne la fine.

Agata muore in prigione il 5 febbraio 251, il suo “dies natalis” nel quale la Chiesa festeggia la nascita dei martiri ad una nuova vita. Grazie alla forza morale che dimostrò e le circostanze particolarmente crudeli della sua morte, divenne immediatamente famosa e venerata.