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Chi era?

Sant’Agata è una delle sante più importanti, citata anche nella liturgia romana e raffigurata a fianco delle altri vergini nei famosissimi mosaici a Ravenna.

Ha vissuto a Catania sotto Decio al tramonto dell’impero Romano e sebbene non conoscessimo la sua data di nascita, possiamo azzardare un’ipotesi, che avesse fra 15 e 20 anni quando fu martirizzata. Si può ipotizzare che provenisse da una famiglia importante, forse nobile.

“La persecuzione” dei cristiani

Decio era l’imperatore dell’Impero Romano e fu eletto nel 250 DC. In quei tempi, l’impero stava lottando con una crisi che coinvolgeva svariati aspetti della vita pubblica – politica, economica, religione e attacchi dei barbari.

Per migliorare e stabilizzare la situazione e tenere unito il regno, Decio emettette un editto che obbligava ogni cittadino dell’Impero di sacrificare ai dei romani. Ha anche introdotto una pratica – tutti i cittadini dovettero ricevere un certificato che confermava il sacrificio fatto da loro.

Decio è spesso descritto come il persecutore dei cristiani sebbene uno studio più approfondito ci mostri che le persecuzioni siano piuttosto una conseguenza del suddetto editto che la sua motivazione. L’impero fu piuttosto tollerante nei confronti delle regioni finché esse non influissero negativamente alla politica o economia.

Sappiamo con certezza, che in Sicilia ai tempi di Decio c’erano tanti cristiani (forse migliaia) ma ci sono solo pochissimi martiri. Come è possibile? Una delle possibili risposte starebbe nel fatto che come oggi anche ai tempi di Decio esistesse corruzione, ovvero che una schiacciante maggioranza dei cristiani semplicemente comprasse i certificati dell’avvenuto sacrificio.

Le circostanze del martirio

In ogni caso Agatha si rifiutava di comprare il certificato e siccome era una donna giovane che proveniva da una famiglia importante, era giovane e si può immaginare che anche bella, dava “troppo all’occhio”. Il governatore locale Quinziano, dunque, non poteva permettere un aperta ribellione del genere. Cattivi esempi attraggono troppo. Ma lei rifiutava qualsiasi tipo di compromesso a lei proposto.

Possiamo indovinare che fu la diretta e aperta opposizione contro il governatore la ragione principale per la sua punizione, non tanto la religione stessa. Quinziano la chiuse in prigione sperando che questa spaventosa esperienza l’avrebbe avuto un forte impatto su una signorina di una famiglia per bene. Ma la sua speranza si mostrò vana.

Siccome la prigione non riuscì a convincere Agata di cambiare l’idea e di comprare il certificato, Quinziano ha ordinato di torturarla. Il suo seno fu tagliato e fu torturata anche col fuoco. Mentre la stavano martirizzando, un forte terremoto colpì Catania – un evento che molti interpretarono come ira divina per come Agata veniva trattata. L’opinione pubblica iniziava a mettersi sempre di più contro la tortura di Agata ma Quinziano fu troppo orgoglioso per ordinarne la fine.

Il 5 febbraio 251, Agata muore in prigione. Grazie alla forza morale che dimostrò e le circostanze particolarmente crudeli della sua morte, divenne immediatamente famosa e venerata.